Istanbul, la rivolta dei colori

1 settembre 2013

Duecento gradini nel quartiere di Cihangir erano stati colorati. Tutti avevano pensato si trattasse degli attivisti, invece è stato il sessantaquattrenne Hüseyin Çelikel, un neoziante del luogo che ha semplicemente pensato che fossero più belli così.

E ha pensato bene. Purtroppo, però, la municipalità ha riportato gli scalini al loro grigiore quotidiano. Ma ecco che, di nuovo, scocca la scintilla e presto sia queste che altre scalinate, a Istanbul come ad Anakara E Diyarbakir, si accendono dei colori dell'arcobaleno. Domenica, a Istiklal, un gruppo i giovani ha dipinto su carta, per terra, nella giornata dedicata alla pace. Soffiano venti di guerra ma questi colori, un po' infantili, allegri, in cui i rosa danzano con i blu, i gialli e gli aranci, ricordano che si può sempre sperare.

A Istanbul come nel resto del mondo.

Le proteste di Istanbul, da duran adam, "the standing man", alle madri in piazza con i figli, hanno un accento romantico che non può non commuovere.
Ha il sapore buono delle ribellioni pacifiche, che contestano il potere trovando forme creative. E per questo ancora più "minacciose".

Perchè il potere odia la creatività, la fantasia. Detesta il sogno romantico. Perché sa che a volte può determinare...l'impossibile. Anche oggi. Adesso. Lì.