La via dei sufi
"Da quando ho incontrato i sufi sulla mia via ho capito ce il viaggio è aspro, difficile, ma cintillante di promesse d'amore. Non sarei mai una buona discepola, io. Troppo impulisva, troppo emotiva per la stabilità. E anche troppo contraddittoria. Nell'universo spirituale dei sufi si diffonde l'odore della verità. Posso solo annusarlo, io, incapace di coglierne i fiori.
Ma è già bello sapere che c'è.
Ed è bello avere un amore da non possedere. Un amore lieve, ineffabile, che vive in uno spazio nascosto al quale, quando la vita mi sgualcisce, mi piega e mi strapazza, posso sempre tornare. E' il brivido solitario di una speranza appena intuita, un sospiro breve poggiato su una fantasia.
Il fuoco che brucia nel cuore dei sufi è troppo pitente per me, la mia fiamma è simile piuttosto a quella di un cerino: timida, minuscola, fragile. Ma so che quel fuoco c'è.
"Gli atomi danzano. Le anime, perse nell'estasi, danzano. All'orecchio, ti dirò, dove la sua danza le conduce.
Tutti gli atomi nell'aria e nel deserto lo sentono bene,come se fossero inebriati. Ogni atomo, felice o miserabile, è innamorato del Sole di cui nulla può essere detto".
Un giorno, forse, danzerò anche io.
(estratto da La mia Istanbul)
Istanbul e gli scrittori: Virginia Woolf a Costantinopoli III
Fra tutte le cerimonie, quella dell'addio è la più gravosa per l'umore; e il compito non è certo semplice quando si dice addio a una città e non a una persona. Bisognerebbe essere capaci di dire qualcosa di adatto all'occasione; e se la mia lingua fosse più raffinata penso che potrei dire molto in ogni caso, che colpisca nel segno o meno.
Adesso per esempio c'è l'enigma i Santa Sofia. Perché è la chiesa più criptica d'Europa? Perché diventa sempre più bella e misteriosa via via che la si conosce, o che se ne conosce l'involucro?
Istanbul e gli scrittori: Virginia Woolf a Costantinopoli II
Il terzo o il quarto giorno giorno è bene mancare a tutti gli obblighi, in modo da potersi perdere nei bassifondi sconosciuti. Qui anche uno straniero e un turista possono imbattersi in luoghi che non sanno nemmeno di esistere; e poi per la prima volta Costantinopoli diventa una vera città in carne e ossa.
Abbiamo seguito molto attentamente quella parte del programma che consiste nel perdersi; e abbiamo avuto il piacere di percorrere strade che non portavano da nessuna parte, solo perché ci è capitato di trovarci sul loro cammino. Ora, nei sobborghi di ostantinopoli scorre ancora viva gran parte dell'Oriente Meravuglioso; c'era una vite legata da un lato all'altro della strada in cui si riversava una variegata fiumana di fez rossi, turbanti, yashmak e riispettabilità europea, come turbolente acque delle Higlands.
Volevamo trovare un Bazar, o meglio in Grande Bazar, e a suo tempo, dopo esserci mescolati a tutta questa vita indaffarata e allegra, abiamo trovato rifugio in un alveare di piccoli negozi, costruito sotto un unico tetto e sudiviso in strade e vicoli alla maniera di una città fatta di case.
Per comprare, è necessario avere a disposizione un tempo infinito, e un'infinta doppiezza.
Le sete erano un disastro, orribili, in Inghilterra si potrebbero comprare a metà prezzo, eppure restava il fatto, spiegalo come vuoi, che volevamo comprare, ed eravamo genersomante disposti a pagare la somma di 4 piastre per un puntiglio.
Il signore aveva sentito bene? C'era qualcuno che avrebbe potuto fare seriamente un'offerta simile? In albergo c'erano delle signore che volevano comprare, ma un prezzo simile le avrebbe sbalordite. Qualcosa del genere è stato tradottoin francese, e poi in turco, e a intervalli di 15 minuti il prezzo veniva abbassato di una piastra; finché il processo di riduzione non ha più potuto essere portato avanti senza intaccare quei due soldi di profitto che rimanevano, e senza farci arrivare ancora più in ritardo per il tè. Ma ho pocho dubbi sul fatto che il negoziante avesse ragione a sorridere sopra la sigaretta paffuta.
(fine parte II)
Istanbul e gli scrittori: Virginia Woolf a Costantinopoli
Quando ci sveglieremo alle 5.30 ci troveremo immediatamente esposti a tutto lo splendore di Costantinopoli. Ma io penso alla Grecia.
E così ci siamo ritrovati, esposti, addirittura prima di arpire gli occhi. Alle cinque e mezzo ho visto la terra scorrere dietro di noi, di un nero marcato, con le pallide luci dell'alba sul mare. Alle sei ero sul ponte e all'improvviso ci siamo trovati di fronte tutta Costantinopoli; ecco Santa Sofia, come un triplice globo di bolle congelate, che prendeva il pargo per venirci incontro. E' come plasmata in un materiale pregiato, sottile come vetro, soffiato in curve piene, se non fosse che è anche massiccia come una piramide.
Forse è questa la sua belleza.
MA dopotutto, bella ed evanescente e perenne com'è, tanto per cogliere aggettivi come more - non è altro che il frutto di un grande giardino fiorito.
Il sole sorgeva rapidamente, di fronte alla città, e l'intera distesa irregolare di case grigie ammucchiate in alto era punteggiata in modo fiabesco e sontuoso da finestre dorate. E così il colore era quello delle case grigie e dei riquadri d'oro pallido e degli scuri ciuffi di verde, poiché tutti gli edifici erano separati da una soffice cortina di alberi.
Siamo passati rapidamente davanti a questa vista meravigliosa, che a ogni istante sembrava rinnovarsi di fronte ai nostri occhi, e così siamo giunti all'affollato specchio d'acqua del fiume, dove il Corno d'Oro si stacca dal Bosforo.
Ma qui il mio punti di vista è stato innegabilmente oscurato, né ricordo altro, come dicono i romanzieri, e loro sì conoscono gli espedienti migliori - fino a . beh, sarebbe giusto dire fino alle sei del pomeriggio circa, quando mi sono seduta davanti alla finestra aperta e ho visto il sole tramontare dietro alla città che aveva rispecchiato l'alba.
Da questa posizione si vede la città dall'alto, o almeno tutta quella che può essere racchiusain una finestra quadrata, ed è sufficiente a dare l'idea che Costantinopoli sia innanzitutto una città molto grande. Ricordando Atene, ci sentivamo in una metropoli; un luogo in cui si viveva bene.
E questo pareva strano e, se mi è permesso dirlo, un po' seccante. Infatti ti rendevi anche conto che la vita non era vissuta secondo il modello europeo, che non era nemmeno una copia svilita di Parigi Berlino o Londra; e questa pensavi fosse l'ambizione delle città che non potevano essere Parigi né alcuna delle capitali dell'interno. Via via che le luci apparivano a grappoli su tutta la terraferma, e l'acqua si affollava di luci, ti rendevi conto di essere lo spettatore di un dramma appassionato, che andava in scena senza darsi alcun pensiero o senza aver bisogno di certi lontani paesi dell'Occidente.
E in tutta quell'opulenza c'era qualcosa di minaccioso, e qualcoasa di indecente - per una donna inglese alla finestra della propria camera.
In ogni caso, era uno spettacolo stimolante da osservare; e se posso impeigare l'eufemismo di uno scrittore di second'ordine, era per giunta molto bello.
Il Corno d'Oro scava un ampio spicchio azzurro tra due alte sponde di case; così che, come dice qualcuno, ti capita di trovare una nave da battaglia ancorata nella strada davanti a casa.
Poi, il tramonto in lunghe strisce di fuoco e scarlatto, bordate dalla sagoma di camini e moschee sul lembo più basso; le acque azzurre erano illuminate e cosaprse di luci dorate. Le lampade bruciavano nell'aria e nelle profondità della terra; e poi la luna, una mezzaluna, è salita lentamente in cielo, e una goccia pura di luce, la stella della sera, ha indorato le miriadi di lampade.
Poche esperienze sono più esaltanti del primo tuffo in una città nuova - anche quando il tuffo è ostacolato - come lo è stato il nostro stamattina, da un dragomanno turco.
Tuttavia, quando il vetturino ha fatto schioccare la frusta, e i cavalli hanno cominciato a scendere per la collina, abbiamo dimenticato qualunque impedimento.
Nella storia di Costanitinopoli sono state scritte infinite pagine, ma questa, l'ultima, era stata scritta apposta per noi.
(fine parte 1)
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